I grandi equivoci (Massimo Troisi)

Troisi un grande comico. Baccini un cantante di musica “leggera”.
Sono entrambe informazioni sbagliate.
In tutti i film di Troisi la componente drammatica, il male di vivere, l’insoddisfazione, l’inedia, l’inadeguatezza dei suoi personaggi, la malinconia perenne negli occhi un po’ chiusi è assolutamente superiore a quella comica.
Possiamo ripeterci per ore ed ore le battute (ormai, almeno per noi napoletani, parte integrante del nostro modo di parlare)… Ma quel che resta alla fine dei suoi film è sempre una malinconia ed una felicità anelata, non raggiunta, sempre e comunque inespressa. Il mood è quello di lui e la splendida De Sio sulla spiaggia; dove anche un bacio, finalmente dato, non è comunque vissuto come una conquista ed una gioia ma un qualcosa di dannatamente complicato.
Un attore, un autore decisamente sopra la media. Un personaggio che avrebbe ancora potuto darci tantissimo. Che manca. Tanto. Che ha riempito le nostre vite e ci ha fatto tanto ridere. A me, anche, tanto immalinconire. Ma gliene sono grato. Perché le emozioni sono, sempre, un valore positivo. Anche quando sono (le emozioni) negative.
Una grande tristezza, un amore non corrisposto… perché considerarli negativamente?
Perché, invece, non lasciarli vivere, crescere, essere etichettati come sentimenti parimenti nobili?

Qui, con la spalla del film Angelo Orlando, Troisi, infatti, chiede “solamente” di essere lasciato in pace, a soffrire come si deve.
Non vuole essere compatito, non vuole essere disturbato, necessita di soffrire come si deve.
Perchè anche soffrire (per amore) o amare non corrisposti è un sentimento potente. Che merita rispetto.
Un pezzo sicuramente in gran parte recitato fuori copione.

 

Minuto 00:49 – Vi ho chiesto qualcosa? No
– Voglio solo soffrire bene. Mi distraete non mi riesco a concentrare, con voi qua non riesco…
Soffro male, soffro poco, non mi diverto, non c’è quella bella sofferenza…

 

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