[Alla ricerca del bello – ISNT’ SHE LOVELY]

“But isn’t she lovely made from love”

Nel 1976 l’appena ventiseienne Stevland Hardaway Morris pubblica un importante doppio album: “Songs in the Key of Life”.
Conosciuto in tutto il mondo come Stevie Wonder, l’autore, con questo progetto, raggiunge il pieno successo. L’album ha riscontri di vendita e critica (per la vastità di argomenti, per la qualità, per l’amore e l’attenzione con il quale è costruito) senza precedenti, restando il suo più venduto. Nonché un album seminale per dozzine di star di prim’ordine che “verranno” (George Michael, Michal Jackson, Withney Houston…). Nel 2005 l’album è stato incluso nel National Recording Registry della Libreria del Congresso.

Superate le curiosità da Wikipedia…

Lato a del secondo 33 giri; con la durata di 6:33 la traccia “Isn’t she lovely” la canzone non era destinata ad essere un singolo a causa della lunghezza (non entrava nel disco)…
Dopo aver riscosso un discreto successo sarà poi tagliata fino a 3:12 e diventerà il secondo singolo tratto dal doppio album; successivamente diventerà quindi una delle canzoni più famosi al mondo.

Un testo a dir poco essenziale.
Tutti gli strumenti suonati dallo stesso Wonder (tranne alcuni pezzi di tastiera).
Se il titolo poteva alludere ad una donna le poche righe sgombrano il campo subito.
Infatti è dedicata ad Aisha Morris. Figlia dell’autore.

Il bello:
_ nei momenti iniziali della canzone è registrato il pianto di un bambino alla nascita
_ alla fine della canzone, “sotto” l’armonica di Wonder, si sente il rumore dell’acqua e il frignare della figlia di Wonder durante un bagnetto

Nei credits:
Aisha Morris – crying on “Isn’t She Lovely”

Qui il post instagram.

 

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.